L’Ucraina è uno dei paesi che, dall’inizio del 2020, ha aumentato di più il volume delle importazioni dall’Unione Europea. Lo rivela l’ultimo rapporto riguardante il commercio di prodotti agricoli elaborato dalla Commissione. Definita per secoli il granaio d’Europa, l’Ucraina è famosa per avere un terzo del suolo più ricco del mondo ed essere tra i primi dieci principali produttori di soft commodities. Considerazioni da non sottovalutare nel momento in cui si inizia a pensare in un’ottica di internazionalizzazione.
Scegliere tale paese come destinatario di un’azione di export, nel settore della trasformazione di prodotti alimentari, significa contribuire allo sviluppo della meccanizzazione di un territorio a forte vocazione agricola, in cui si delineano scenari decisamente stimolanti e in cui vi è ampio spazio d’inserimento per le esportazioni italiane. Infatti, il Made in Italy del food processing offre sistemi altamente innovativi e attrezzature all’avanguardia in grado di andare incontro alle necessità delle PMI ucraine, da sempre alla ricerca di partner commerciali italiani, facilitati anche da un importante import-export già consolidato sul piano europeo, ma in costante crescita. Ricordiamo che sono più di quaranta le tipologie di prodotto destinate all’industria del food processing in Ucraina, tra cui il settore degli oli vegetali lavorati, il vegetable and fruit processing, con la produzione di concentrato di pomodoro e quello di mela, i farinacei, i prodotti dolciari e i caseari. Da tutto ciò deriva un’alta domanda di apparecchiature e macchinari per la trasformazione alimentare, che alcuni imprenditori italiani hanno iniziato a colmare, ricavandone benefici. Secondo i dati offerti dal Servizio della Statistica Ucraina, l’Italia è al primo posto per la fornitura di essiccatoi. Attualmente, la maggior parte di quelli utilizzati nel paese sono obsoleti e non coprono le necessità degli utilizzatori ucraini per cui il mercato sarà sempre più ricettivo per tali impianti. Discorso che vale anche nel settore delle macchine agricole, in cui i produttori locali segnalano la carenza di nuove tecnologie. Per questo motivo, il fabbisogno di questi strumenti è soddisfatto dalle importazioni, in cui l’Italia si posiziona al quarto posto come fornitore. Le opportunità che derivano da questo scenario sono quindi molteplici e spingono sempre più realtà italiane ad approcciarsi all’Ucraina ma la mancata pianificazione di una corretta strategia d’azione non porta sempre al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Da anni la Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina supporta le imprese nell’instaurare rapporti commerciali con aziende del paese destinatario e promuove processi di internazionalizzazione consapevoli. Per il 2021, l’ente camerale ha ideato il programma Food Processing Ucraina che, oltre alla formazione, mediante un corso di internazionalizzazione delle vendite, punta a tre obiettivi principali, che scandiscono le fasi del progetto: promozione, contatto web e definizione. L’iscrizione a una piattaforma online da parte di tutte le aziende partecipanti costituirà una vetrina per i prodotti e servizi che si vorranno internazionalizzare. Darà la possibilità ai manager aziendali di entrare in contatto con realtà ucraine con cui si potrà dialogare, massimizzando le possibilità di concludere affari, grazie soprattutto alla fiera online di settore, che si terrà dal 2 al 5 marzo 2021. Quattro giorni in cui i partecipanti saranno impegnati nel partecipare a incontri B2B, conferenze, esposizioni e seminari, proprio come avveniva in una fiera. Questa manifestazione aprirà le porte a successivi eventi digitali con il fine di dotare gli imprenditori di strumenti per il successo. Con l’arrivo della bella stagione e la diminuzione, tanto sperata, dei contagi, l’ente camerale sarà lieto di accompagnare i protagonisti in una missione d’affari in loco, con incontri personali con le aziende con cui si è entrati in contatto nelle fasi preliminari del progetto, la degna conclusione di questo ricco programma.