DA UN ARTICOLO PUBBLICATO DA “THE DRINKS BUSINESS” DELLO SCORSO 20 MAGGIO, IL CONSORZIO DI TUTELA DELLA DOC PROSECCO INTENDE PRECISARE ALCUNI ASPETTI.
Treviso, 25 maggio 2015. Rivelando i limiti di una visione puramente aziendale, come Consorzio riteniamo che le dichiarazioni dell’ operatore apparse sulla stampa internazionale in questi giorni, non solo non siano corrette ma mirino piuttosto a giustificare l’attività di alcune aziende che non avendo gestito adeguatamente gli approvvigionamenti ora si trovano disallineate rispetto alle attese della propria clientela.
Che l’annata 2014 sia stata segnata da un andamento climatico particolarmente difficile con ripercussioni anche sulle rese è incontestabile. Ma sulle percentuali proprio non ci siamo.
La campagna vendemmiale 2014 – nonostante una resa media inferiore ad oltre il 9% rispetto alle rese massime previste dal disciplinare di produzione e una superficie rivendicata inferiore alle attese – ha permesso di disporre di una produzione certificata del 17,9 % in più rispetto a quanto ottenuto nella campagna precedente.
Appare evidente che tale crescita sia risultata comunque inferiore ai pronostici e che qualche ripercussione, visti gli imbottigliamenti del 2014 cresciuti del 26,9% rispetto all’anno precedente, si sarebbe fatta sentire sul mercato.
Tali risultati positivi nella domanda globale vengono peraltro accolti con estremo favore dal Consorzio perché evidenziano l’interesse crescente nei confronti del nostro spumante, a prescindere dalla crisi economica. Lo dimostra il fatto che i tre principali mercati di riferimento – UK, Germania, USA – che da soli si accaparrano i 3/4 dell’intera quota export, sono fuori da un pezzo dalla crisi e stanno crescendo comunque da diversi anni a doppia cifra (USA + 28,8 % dato 2014 sul 2013 e UK + 65,9 % in più 2014 sul 2013).
Come Consorzio – che ha come mission la promozione e soprattutto la tutela della Denominazione, con particolare riguardo al consumatore – il fatto che il Prosecco, in annate difficili come il 2014, possa far registrare una minore disponibilità di prodotto rispetto alle attese del mercato, è un chiaro segnale di serietà e credibilità del nostro sistema produttivo.
Non dimentichiamo che il Prosecco è un prodotto della terra e soggiace alle leggi della natura. Non è un prodotto di sintesi la cui disponibilità è potenzialmente illimitata come per le bibite industriali. I nostri produttori sarebbero ben lieti di cogliere l’opportunità economica del momento soddisfacendo le crescenti richieste del mercato ma se il prodotto scarseggerà contiamo che il consumatore saprà attendere qualche settimana per poter bere il vero Prosecco che in questi anni ha dimostrato di apprezzare. Quale miglior garanzia per il nostro consumatore?
Sul fronte dei prezzi, escludiamo la possibilità di registrare particolari aumenti nel periodo estivo. Come Consorzio, al momento, siamo in grado di ipotizzare che eventuali ritocchi riguarderanno, eventualmente, le produzioni entry level, ovvero la fascia dei prezzi più bassi.
Una strizzata d’occhio ai nostri amici Inglesi arriva dal Presidente del Consorzio Stefano Zanette “il Regno Unito è diventato il nostro primo mercato export. Siamo grati ai consumatori Inglesi che confermano il grande amore per il nostro Prosecco. Ne acquistano 1 bottiglia ogni 5 prodotte, quindi oltre 60 milioni di bottiglie. Però i cittadini britannici sono quelli che lo pagano il prezzo più basso! Se anche il Prosecco dovesse subire un ritocco dei prezzi di qualche penny portandosi a quotazioni in media con il resto del mondo, non dovrebbe essere un problema!”