Azienda Monastero nasce da un’idea semplice: prendersi cura della terra con rispetto, pazienza e coerenza. Un’agricoltura fatta di gesti quotidiani, scelte consapevoli e relazioni autentiche. In questa intervista, ci raccontano il significato profondo di un progetto che mette al centro la natura e i suoi ritmi.
Il vostro progetto nasce da un’idea chiara e semplice: prendersi cura della terra con pazienza, attenzione e rispetto. Com’è nato questo percorso e cosa rappresenta per voi oggi?
È nato dal desiderio di restituire valore alla terra e al tempo. Il Monastero è anche uno spazio mentale: qui si rallenta, si osserva, si impara dalla natura. Oggi è un equilibrio tra fatica e gratitudine.


Ogni prodotto che realizzate racconta un gesto agricolo preciso, fatto di tempi lenti e scelte consapevoli.Come riuscite a mantenere questo equilibrio tra artigianalità e produzione quotidiana?
Con la cura. Non ci interessa produrre tanto, ma produrre bene. La nostra artigianalità è una pratica viva, senza compromessi, dal seme al prodotto finito.
La vostra offerta spazia dall’olio extravergine alle conserve, dalle farine agli ortaggi. Qual è il filo conduttore che tiene insieme tutto questo lavoro?
La coerenza. Usiamo solo ciò che coltiviamo. Ogni prodotto nasce da una stagione, da un raccolto, da un’esigenza reale. Non inseguiamo il mercato.


Parlate spesso di “non aggiungere nulla, né togliere”: quanto è importante per voi lasciare che sia la materia prima a parlare, senza forzature?
È essenziale. La semplicità è la nostra scelta più sincera. Ogni prodotto racconta la sua annata, senza correzioni.
Il vostro è un approccio autentico, lontano dalle logiche dell’agricoltura intensiva. In un mercato sempre più veloce, che spazio c’è per chi sceglie di rallentare?
C’è spazio, ma va costruito. Rallentare è una scelta da comunicare, con trasparenza e fiducia. È più lento, ma è vero.
