L’impegno del Consorzio del Pecorino Toscano tra la tutela del marchio DOP contro la contraffazione e la promozione della ricerca scientifica per migliorare la qualità
Il Consorzio per la Tutela del Pecorino Toscano DOP nasce il 27 febbraio 1985 con l’obiettivo di tutelare la produzione e il commercio del Pecorino Toscano DOP, in accordo con le disposizioni legislative italiane, europee e con le convenzioni internazionali sull’uso della Denominazione di origine protetta. In questi trenta anni il Consorzio si è battuto per migliorare qualitativamente la produzione del ‘cacio toscano’ e contro la contraffazione del prodotto, a garanzia dei consumatori e dei partecipanti alla filiera produttiva.
Contro la contraffazione una legge che obblighi a inserire nelle etichette l’esatta origine dei prodotti. La contraffazione alimentare riguarda tutte le produzioni enogastronomiche del Made in Italy e lede sia i produttori che i consumatori. Per questo il Consorzio del Pecorino Toscano DOP chiede al Governo italiano e al Parlamento europeo di ripristinare l’obbligo di indicazione in etichetta dello stabilimento produttivo (Paese, città, via e numero civico) e dell’origine della materia prima.
Le richieste del Consorzio del Pecorino Toscano al governo italiano e all’Europa. “Le istituzioni italiane, insieme a quelle europee – afferma Andrea Righini, direttore del Consorzio del Pecorino Toscano DOP – devono impegnarsi di più per garantire la trasparenza delle informazioni nelle etichette, la difesa della qualità delle produzioni e la salute dei cittadini. Troppo spesso i consumatori si trovano ad acquistare prodotti che apparentemente sono indicati come italiani, ma le cui materie prime provengono dall’estero o addirittura la produzione viene svolta fuori dall’Italia. Per questo, come è accaduto nel settore delle carni bovine, c’è bisogno che nelle etichette di tutti i prodotti agroalimentari sia specificata e inserita l’indicazione di origine del prodotto. Un ‘accorgimento’ che se diventasse legge darebbe concretezza a quel processo di trasparenza delle produzioni per il bene dell’Italia, delle sue imprese agroalimentari ed agricole, ma anche dei consumatori finali”.
Garantire informazioni trasparenti sul valore delle DOP e delle IGP. Per tutelare le produzioni di qualità c’è bisogno che l’Italia e l’Europa investano di più per informare i consumatori finali sul valore delle certificazioni DOP e IGP. La tutela DOP è un’esclusiva di produzioni legate a filo doppio con il territorio di origine e le persone che partecipano ad ogni fase della filiera produttiva: dall’allevamento del bestiame fino alla tavola del consumatore. Nel caso del Pecorino Toscano significa che solo il formaggio prodotto, stagionato, confezionato e distribuito secondo le norme contenute nel Disciplinare di produzione è DOP e garantisce al consumatore eccellenza delle materia prime e dei procedimenti di produzione.
Cosa vuol dire il marchio DOP per il Pecorino Toscano. Il Pecorino Toscano o è DOP o non è Pecorino Toscano. Un prodotto può fregiarsi del marchio DOP perché tutta la filiera produttiva viene verificata, controllata e certificata dall’origine del latte, al suo arrivo in caseificio, così come il rispetto delle regole produttive e di stagionatura. Dietro il marchio di origine apposto su ogni forma di Pecorino Toscano c’è il lavoro di monitoraggio del Consorzio e di controllo dell’organismo di certificazione, oltre al serio e quotidiano impegno di ogni singolo attore della filiera. Attraverso gli agenti vigilatori che operano in diretta collaborazione con l’Istituto Centrale Controllo Qualità e Repressione Frodi, oltre all’attività dei N.A.S. dei Carabinieri, del Corpo Forestale dello Stato e degli altri organi di vigilanza, il Consorzio effettua continue verifiche presso la distribuzione per la tutela del consumatore e del corretto uso della denominazione di origine.
Far conoscere il Pecorino Toscano DOP ai consumatori di ‘domani’. Il Consorzio del Pecorino Toscano DOP sta organizzando in tutta la Toscana incontri nelle scuole per far conoscere ai più giovani le proprietà e le caratteristiche del prodotto. Un’iniziativa che coinvolgerà complessivamente circa 1.000 alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado diffuse in tutta la Regione.
Migliorare la qualità del Pecorino Toscano DOP attraverso la ricerca scientifica. Oltre a questa attività di promozione, il Consorzio sta lavorando da anni con enti di ricerca e università, a partire dal Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro – ambientali dell’Università degli Studi di Pisa, per migliorare la qualità del prodotto e introdurre nei processi di produzione innovazioni tecnologiche e scientifiche.
“La crescita e lo sviluppo del settore agro-alimentare toscano – afferma Marcello Mele, docente del dipartimento di scienze agrarie, alimentari, agro-ambientali dell’Università degli Studi di Pisa, una delle realtà che collaborano con il Consorzio del Pecorino Toscano DOP – dipendono dal grado di innovazione che si riesce ad applicare, nel rispetto della tradizione culturale e del legame con il territorio. Il Pecorino Toscano DOP non fa eccezione e, infatti, nel tempo ha coltivato un forte rapporto di collaborazione con diversi enti di ricerca, nella convinzione che questa sia la strada migliore per promuovere il processo di trasferimento dell’innovazione e, pertanto, valorizzare il prodotto. L’Università di Pisa ha seguito diversi progetti con il Consorzio che hanno riguardato sia aspetti di miglioramento della qualità della materia prima, attraverso il trasferimento di innovazioni relative alle tecniche di allevamento e di alimentazione delle pecore, sia lo studio della qualità del Pecorino, soprattutto dal punto di vista nutrizionale”.
“Alcuni di questi studi – aggiunge Mele – hanno messo in luce alcune interessanti proprietà che potrebbero portare a valorizzare ulteriormente questa tipologia di formaggio, soprattutto in relazione alle caratteristiche della sostanza grassa in esso contenuta. In futuro penso che la collaborazione tra il Consorzio e il sistema della ricerca toscana debba essere ulteriormente rafforzata, sfruttando anche gli strumenti che il nuovo Piano di sviluppo rurale metterà a disposizione. In tal modo potranno essere ulteriormente approfonditi alcuni aspetti di interesse come, ad esempio, il rapporto fra sistemi di allevamento, qualità della materia prima e caratteristiche nutrizionali del formaggio; l’applicazione di un’efficiente sistema di assistenza tecnica per i produttori primari e per i trasformatori, per migliorare la competitività di queste aziende; la creazione di sistemi di tracciabilità innovativi in grado di tutelare sempre più il prodotto, soprattutto sui mercati esteri”.