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Agroalimentare: un’eccellenza Made in Italy che continua a crescere

In tempi di encefalogramma piatto per la crescita del PIL, una felice eccezione è rappresentata dall’agroalimentare italiano. Secondo stime ISTAT rielaborate dall’Osservatorio di TUTTOFOOD, nel 2018 il fatturato del settore ha raggiunto la soglia record di 140 miliardi di euro, con un incremento del 2,2% sul 2017. Le aziende (con almeno 10 addetti) sono 6.850 e danno lavoro a ben 385 mila persone. I consumi interni sono pari a 242 miliardi di euro, in costante crescita dai 225 miliardi del 2013. Ancora più positivi i numeri delle esportazioni, che continuano a conseguire record storici. Secondo la metodologia e il perimetro di rilevazione, le stime oscillano dai 33 miliardi di euro calcolati da ISTAT ai 42 stimati da Coldiretti, sino ai 56,3 miliardi di euro elaborati per l’Osservatorio di TUTTOFOOD da StudiaBo su dati Exportpedia, con una crescita cumulata (CAGR) del 3,6% e tendenziale del 4% nel quarto trimestre 2018. Secondo questi ultimi dati, l’agroalimentare vale il 12,2% delle esportazioni totali italiane, quarto settore per importanza dopo metalmeccanica, chimica e sistema moda. Le prime tre regioni esportatrici sono nell’ordine Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna mentre i principali mercati di destinazione sono Germania (14,8%) e Francia (11,1%). È interessante infine notare che, a differenza di altri settori, l’agroalimentare cresce anche in competitività e, fatto indice 100 l’anno 2012, la quota dell’Italia sull’export agroalimentare mondiale è salita oggi a 109. Con una quota di mercato pari al 5,8%, l’Italia è il quarto esportatore mondiale di prodotti agroalimentari dopo Germania, Francia e Paesi Bassi e prima di USA e Cina. Analogamente l’ISTAT rileva che dal 2000 a oggi le esportazioni agroalimentari sono cresciute di oltre due volte e mezza (2,66) contro 1,76 volte del settore industriale nel complesso. Numerosi i veri e propri casi di eccellenza che l’Osservatorio di TUTTOFOOD rileva tra i territori, a conferma dell’importanza di autenticità e tipicità per i prodotti con il “marchio Italia”. In particolare, come documenta Exportpedia/StudiaBo, le esportazioni di vini della provincia di Cuneo sono risultate trainanti verso Stati Uniti, Germania e Regno Unito, che hanno registrato l’anno scorso incrementi rispettivamente di 49 milioni, 22 milioni e 18 milioni di euro. Da segnalare anche la performance delle vendite di vini dalla provincia di Siena sul mercato USA (cresciute l’anno scorso di 10 milioni di euro rispetto al 2017). Si segnalano, inoltre, le conferme di crescita anche nel quarto trimestre dell’anno scorso delle esportazioni di pasta, biscotti e altri prodotti da forno, soprattutto con riferimento al mercato francese per le province di Piacenza (best performer assoluto con un incremento l’anno scorso di 83 milioni di euro) e di Cuneo (+18,9 milioni di euro rispetto al 2017), e – nel settore dolciumi, condimenti e piatti pronti – la performance delle esportazioni piacentine in Francia (+22,3 milioni di euro). Nel settore dei formaggi e altri prodotti del latte, vanno rilevati i casi di eccellenza delle vendite sul mercato tedesco dalle province di Verona (+21,3 milioni di euro rispetto al 2017) e Cuneo (+19,1 milioni di euro). Nel settore conserve e succhi di frutta e ortaggi si conferma, non da ultimo, la performance di crescita delle esportazioni della provincia di Foggia verso il Regno Unito (+34,9 milioni di euro rispetto al 2017). Per categorie di prodotto, di grande interesse l’exploit dei salumi, come confermano i dati dell’associazione di categoria ASSICA. Nel periodo gennaio-settembre 2018 sono state inviate all’estero oltre 110.000 tonnellate di prodotti della nostra salumeria (+3,6%) per un fatturato di circa 860 milioni di euro (+3,3%). I primi tre mercati di destinazione sono Germania (242 milioni di euro, +1%) Francia (208 milioni di euro, +4,9%), e Regno Unito (123 milioni di euro, -1%). Da non dimenticare infine il record del vino che nel 2018, secondo elaborazioni Qualivita su dati ISTAT, ha esportato per 6,2 miliardi di euro (+3,3%, ben 200 milioni in più in un anno). Bene le due principali destinazioni del vino italiano: USA e Germania entrambe cresciute in valore del 4%. Positive anche le esportazioni verso Paesi concorrenti come Francia (+10,1%) o Australia (+18,5%). Tra i mercati con crescite più elevate si segnalano Polonia (+23,3%) o Corea del Sud (+14,6%).

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