Il tema della terza edizione del festival (Matino e Salento dal 19 settembre al 3 novembre) – “From Planet to Plate”– vuole sviluppare una riflessione sul consumo alimentare. Tutto quello che mangiamo nel piatto ha impatti spesso enormi sul mondo sia in termini di sostenibilità climatica che sociale.
“Siamo tutti immersi in una pratica quotidiana e profonda del cibo. Discutiamo e ci confrontiamo, siamo in grado di produrre cucina e criticare ciò che facciamo senza offenderci a vicenda. Nel cibo c’è ossessione, precisione, ricerca, conservazione, rinnovo della tradizione, collaborazione e cooperazione”.
Le parole di Chiara Valerio ricordano quale straordinario significato possa avere il cibo. Quello che mangiamo non è solo un alimento in un piatto e neppure un semplice gesto quotidiano, ma impatta sul mondo, il clima, l’ambiente, la nostra stessa società. Il cibo parla di noi, racconta chi siamo, che cosa siamo stati. Il cibo è profondità di pensiero, è tradizione, in una parola è cultura.
Sono proprio queste le dimensioni che vuole cogliere lo Yeast Photo Festival, giunto alla terza edizione, che si svolgerà a Matino e nel Salento in Puglia dal 19 settembre al 3 novembre. Una manifestazione che si propone di indagare e promuovere un rinnovato rapporto uomo-ambiente attraverso il linguaggio della fotografia e delle arti visive.
Il festival vuole essere un luogo di fermento e trasformazione culturale in cui proporre opere multimediali che raccontino il rispetto dell’ambiente e della biodiversità umana. Dalla sua prima edizione, lo Yeast Photofestival individua nel medium fotografico il punto d’incontro tra innovazione artistica e tradizione culinaria, tra ecosistema locale e paesaggio globale, per esorcizzare la paura di un futuro climatico apocalittico e indicare nuovi scenari positivi possibili.
Al centro della nuova edizione è il tema “From Planet to Plate”, che intende sviluppare una riflessione sul consumo alimentare: un panino, una pizza, il “finger food”, il cibo, in generale, che consumiamo ogni giorno ha infatti impatti spesso enormi sul mondo, in termini di sostenibilità climatica e sociale.
Cosa avete mangiato oggi? A colazione, a pranzo, a cena, e come spuntino? E ieri? Da dove avete preso gli ingredienti? Dal mercato, dal supermercato, dal ristorante o dal vostro giardino? Sono stati cucinati freschi o trasformati? Sono queste alcune delle domande su cui si interroga il festival.
“Domande – spiega la Direttrice artistica del festival Edda Fahrenhorst – che ci invitano a riflettere sul nostro cibo quotidiano e sulla sua provenienza. Siete consapevoli che una salsiccia implica l’uccisione di un animale? Sapete che i pesticidi agricoli sono spesso utilizzati per garantire una crescita stabile di cereali e ortaggi? E che in alcune parti del mondo c’è chi lotta per l’acqua necessaria a far crescere un avocado? Questi fatti non solo aumentano la nostra consapevolezza riguardo al cibo, ma sollevano anche importanti questioni sociali e ambientali”.
Così la manifestazione – diretta da Flavio & Frank, Veronica Nicolardi e curata da Edda Fahrenhorst – affronterà i diversi aspetti del consumo alimentare quotidiano, attraverso il potere della fotografia e la forza creativa e generativa di artisti e curatori, con le loro storie ribelli che sprigionano energia visionaria (Yeast, “lievito” in inglese, intende evocare fermento culturale) connessa alla terra, all’etica del lavoro e al rispetto per la natura.
Concetti da cui muove la nuova identità visiva che accompagna la terza edizione del festival: linee orizzontali per rappresentare i vari strati della Terra, che irradiata dai raggi del sole (le linee bianche verticali) genera piante, cibo e la stessa vita, illustrata dalle linee oblique a ventaglio. Tra i progetti in programma quello della fotografa e artista visiva Alessia Rollo, che presenterà una produzione originale – prodotta dal festival – interamente realizzata nel territorio che ospita la manifestazione. E poi in mostra anche gli scatti di Pablo Piovano, Axel Javier Sulzbacher e Florian W. Müller, solo per citarne alcuni.
Terza edizione che conferma le collaborazioni con la Masseria Le Stanzie a Supersano e con ArtWork. Quest’ultima permetterà l’esposizione di due mostre del festival a Lecce, presso il Chiostro dell’Ex Seminario e Palazzo Scarciglia. Alle sedi delle passate edizioni si aggiungono le due nuove nella provincia di Lecce: Castrignano dei Greci, nel Palazzo de Gualtieris, grazie alla collaborazione con Kora – Contemporary Arts Center; e Ràcale, all’interno della millenaria chiesa di Santa Maria La Nova e annesso convento.
Il cuore della manifestazione rimane a Matino, ma in linea con le precedenti edizioni, si continua a lavorare per creare un evento sempre più articolato e diffuso sul territorio. Nei giorni di inaugurazione si svolgeranno letture portfolio, visite guidate, talk, masterclass, incontri formativi per aziende e dj-set.
A ottobre saranno protagoniste le giornate formative dedicate alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) delle attività imprenditoriali. Al centro del dibattito, inevitabilmente, gli assetti organizzativi, le policy aziendali e gli strumenti di programmazione e rendicontazione della sostenibilità, declinata secondo il paradigma dei fattori «ESG».
Un insieme di iniziative per favorire la contaminazione culturale: il palco di Yeast infatti accoglierà esperti di fotografia, food, sviluppo sostenibile e musicisti, con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico sempre più ampio.