Predappio Alta è un antico borgo medievale che fonda le sue radici su una piccola roccaforte di origini romane deputata al controllo delle merci -soprattutto sale- che transitavano in direzione di Firenze dalle saline di Cervia.
questa collina dove sorge il paese due erano le economie che sostentavano gli abitanti: l’estrazione dello zolfo e la coltivazione e produzione del Sangiovese. Quando non si lavorava in vigna, di mazza e piccone si estraeva il prezioso minerale.
In questo contesto si colloca la famiglia Nicolucci, vignaioli dal 1885 e portabandiera di una antica tradizione produttiva, come si evince dagli statuti comunali risalenti al 1383 in cui già si testimoniava la cura e l’attenzione nei confronti dell’albero di Bacco.
“Io rappresento la quarta generazione, e per onorare il lavoro ed i sacrifici di chi mi ha preceduto (“vi ricordo che in Romagna non è per niente facile campare solo di vitivinicoltura, soprattutto in collina”) ho deciso di dedicare un vino.”
“La storica Vigna del Generale fu acquistata da mio nonno Amedeo dopo la Prima Guerra Mondiale”, racconta Alessandro Nicolucci; il proprietario era proprio un Generale di Corpo d’Armata, il quale era solito aggirarsi tra i suoi vigneti accompagnato dal fedele lupo trovato cucciolo in campagna.
Questa vigna rappresenta un vero e proprio Cru aziendale: dieci volte “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso, “4 Viti” Ais, 90/100 sulla guida Internazionale Vinitaly 2019, “Top Wine e Vino Slow” guida Slow wine, ecc.
È da sempre considerata dai vecchi del paese la posizione migliore in cui far crescere le viti, su un terreno aspro, povero, dove un tempo si estraeva zolfo. Qui, solo dalle piante migliori, con una attenta raccolta manuale si produce questo Sangiovese di rara e assoluta qualità.
Non è solo vino ma storia, tradizione, dedizione, sacrificio, attesa, amore ….