Dalla grande città, una vita come tante altre passata nel mondo della finanza e del controllo aziendale, frenesia, rumori, carriera, successi e cadute ………. qua e là fino a quando nel 1990 una gita in Montalcino si trasforma in una grande opportunità di cambiamento.
La prima magia di quella giornata di fine marzo fu l’incontro con Silvano, la passeggiata con lui nei sentieri di quella terra abbandonata, ricca di sassi e rovi che ci apparve come lo zero assoluto, una cosa da cui partire per fare …. ?? qui ci fermammo un poco a pensare ma capimmo che eravamo a Montalcino e questo significava dare valore aggiunto a qualsiasi iniziativa e fu così che decidemmo di acquistare in sole due ore di tempo i circa 30 ettari, di cui la maggior parte bosco, spinti da una forza misteriosa e certi solo dello spettacolo del panorama sulla vallata, e dei profumi sospesi nell’aria fresca e cristallina.
Poi è iniziata una lenta costruzione del progetto, ogni anno abbiamo dedicato risorse, idee e qualche risparmio per realizzare alcune cose che stavano nelle dita di una mano: “cerca l’acqua, impianta una coltura, costruisci la casa, fai la vigna e infine la cantina” questo ci disse un amico agronomo che di queste cose si intendeva. Abbiamo impiegato dieci anni ma abbiamo fatto tutto questo. La regia per la realizzazione dei dettagli è stata di Sandra, io ero impegnato ancora a procurare le risorse.
Quando arrivammo a prendere consapevolezza della seconda magia e cioè della sapidità, della ricchezza di questi acini di Sangiovese Grosso cresciuti nel terreno di galestro, argilla e marna siltosa, baciati dalla luce e dal microclima delle pendici del Monte Amiata, un’uva carica di acidità, di tannini e di sostanza con intensi profumi caratteristici di questo territorio che è unico nel mondo, dovevamo trovare un nome alla nostra azienda.
Trovammo sulle mappe che la zona era identificata come “Querce Bettina”. La necessità di saperne di più ci portò negli archivi storici di Siena ma alla fine ci rimasero in mano solo i racconti di Silvano che si ricordava della sua nonna che gli raccontava che era una storia di mistero e di magia.
Bettina era riportata come una “fata buona” generosa e si intratteneva coi pastori che passavano da queste parti dove lei era abituata a lavorare la lana sotto le fronde della grande quercia.
Ci piacque tanto e tutto ci apparve chiaro, Bettina è veramente qui a presidiare questa terra, le cose che ci succedono sono il risultato della sua magica influenza e noi ci sentiamo confortati, protetti e guidati.
Facciamo pochi prodotti e quantità limitate, controlliamo e garantiamo l’intera filiera dalla terra alla bottiglia senza compromessi o scorciatoie affinché il rispetto dell’ambiente e la salute del consumatore siano la nostra interpretazione della qualità.
Siamo felici di essere qui e di costruire giornalmente la nostra seconda vita con i valori della natura, alla ricerca della “eccellenza” i per tracciare un segno indelebile della nostra presenza a Querce Bettina.
Sandra e Roberto