Filippo Cogliandro
uno chef di Reggio Calabria
LA CUCINA SOLIDALE
Come sappiamo gli USA fanno tendenza, sia per il cinema, il cibo italiano, la chirurgia estetica, e scopriamo dunque tante cose che abbiamo in casa, infatti, quando a gennaio il New York Times ha incoronato la Calabria tra le mete del 2017, la regione italiana prescelta per l’eccellenza culinaria e le sue bellezze, critici, guide gastronomiche e ispettori “hanno scoperto” che è proprio la Calabria, la regione “dimenticata”, visitata solo nel periodo estivo, mai citata nei circuiti dei critici e delle guide, non facile per essere raggiunta.
E da gennaio si stanno “scoprendo” nuovi chef, nuove storie, famiglie e territori, una importante conferma anche grazie al lavoro che da tempo viene portato avanti dagli agricoltori, considerato che la Calabria non ha industrie alimentari, ma tante piccole aziende che portano avanti le tipicità e le colture della regione.
Ma come si fa a riassumere in poche righe il concetto di vivere in Calabria? Perchè la Calabria bisogna viverla giorno per giorno, osservando i tempi e le stagioni, il mutare delle foglie, imparare a vivere il tempo alla maniera della terra. Ma un uomo come Filippo Cogliandro, nato e vissuto in questa terra che ti cattura i sensi per la bellezza sconfinata, ha imparato a vivere la “sua” Calabria attraverso la sua arte, come dice Gualtiero Marchesi “La cucina è di per sé scienza, sta al cuoco farla diventare arte” e Filippo riesce a trasformare in arte il suo sapere, le curiosità del suo lavoro, la sua cucina, i colori della sua terra in un habitat ideale fatto di natura, di mare, sabbia, ritmi cadenzati che seguono le onde e poi il vento e il mare in tempesta, ugualmente bello e affascinante, ma anche spiaggia e sole, palme, porticcioli pieni di barche di legno dipinto, e poi la terra, i fichi d’india, il dialetto, i colori, macchie di verde, barche abbandonate, la gente, gli uomini che ti guardano in viso, dolenti ma non rassegnati, tutto un mondo di ricordi, legati alla sua terra, che è la sua vera ispirazione, quella che Filippo ha scoperto, fin da ragazzo, perchè in Calabria si vive ad un altro ritmo, estatici guardando il sole d’oro e il mare di cristallo, e questo amore per la sua terra Filippo lo ha fermato, come un pittore sulla tela, con i suoi i colori prepotenti e spudorati, i sapori, invece di fissarli sulla tela sono nei piatti, dove si scorge la sua vena creativa che racconta storie di gusto, sapori familiari, con delicatezza, gli accostamenti, gli intrecci inconsueti, la sua cucina……..un pretesto, per parlare, raccontare la sua Calabria, apparentemente per caso, ma in realtà con un luogo comune e un filo conduttore, che è quello di raccontare, parlare e spiegare e lo fa attraverso la sua cucina, che diventa anima e pretesto, il suo grande dono e la forza che lo hanno spinto ad andare avanti, da Reggio Calabria, Berlino, Manaus, Pescara, Berlino, Roma, Firenze, Pistoia….
Filippo Cogliandro, eletto Ambasciatore della Ristorazione Antiracket nel mondo, che opera nella difficile realtà calabrese, ha creato in Aprile la Cucina Solidale, un programma che vuole approfondire la cultura gastronomica con i grandi temi sociali di attualità come l’integrazione sociale, la sicurezza, l’immigrazione, la legalità, la crisi economica e sociale, la povertà. Un viaggio ideale che parla di consumo critico e che intende sfruttare le migliori risorse del territorio. Obiettivo fare rete, come dice Filippo Cogliandro, solidale vuol dire condividere le idee e i comportamenti di altre persone, mettere insieme le tante le realtà che quotidianamente provano a guarire le ferite di una società che soffre, in cui la povertà talvolta viene messa ai margini.
Tante associazioni si stanno già facendo avanti – ci spiega Filippo Cogliandro – ci chiedono di servire ai tavoli, di poter dare una mano. Reggio ha un cuore grande, questo lo sappiamo. Dobbiamo fare in modo che questa iniziativa cresca. Vogliamo che le parole prendano forma, che diventino “servizio”, apertura all’altro. Le nostre pietanze avranno un sapore intenso, quello della solidarietà, cerco di concretizzare ancora una volta l’impegno etico che caratterizza il mio lavoro, regaliamo un pasto caldo e un sorriso a chi si trova in condizioni economiche disagiate, non chiediamo nulla – specifica lo Chef – né soldi, né alimenti, i pranzi saranno totalmente a carico nostro: è un piccolo impegno che porteremo avanti con orgoglio, con la speranza che altri imprenditori decidano di fare lo stesso. Esserci non costa nulla – sottolinea sorridendo – bisogna solo volerlo”.
Crediti ph: Stefano Mileto
Press: Cristina Vannuzzi